Scopri il tuo potenziale: Lascia andare ciò che ti frena
LEZIONE 2
Ciao e benvenuta/o
oggi voglio parlarti di qualcosa che spesso ci blocca senza che ce ne accorgiamo: le aspettative irrealistiche che portiamo sulle nostre spalle.
Essere genitori di un bambino con trisomia 21 è un percorso unico, pieno di sfide ma anche di incredibili possibilità. Eppure, le aspettative che ci imponiamo – o che ci sentiamo addosso da parte del mondo esterno – possono diventare un peso silenzioso. È come camminare con uno zaino pieno di sassi: magari sei abituato al peso e pensi che faccia parte del viaggio, ma in realtà ti sta rallentando. Oggi è il momento di aprire quello zaino, togliere i sassi che non servono e scegliere cosa portare con te.
Aspettative: la radice delle nostre paure
Le aspettative che ci creiamo – o che percepiamo dagli altri – sono spesso la radice delle nostre paure. "Sarò all’altezza?" "Sto facendo abbastanza?" "E se fallissi come genitore?" Questi pensieri non nascono nel vuoto: sono il riflesso di ciò che crediamo di dover essere.
E sai una cosa? Il nostro cervello è programmato per proteggerci da ciò che percepiamo come "fallimento". Quando sentiamo che non stiamo raggiungendo un’aspettativa, il cervello attiva una sorta di allarme interno. La nostra amigdala, la parte del cervello che gestisce le emozioni come la paura, prende il sopravvento. Questo può farci sentire bloccati o sopraffatti.
Ma ecco la buona notizia: tu puoi spegnere quell’allarme. Quando impari a riconoscere che alcune aspettative sono irrealistiche o inutili, inizi a liberarti dalla paura. Non devi soddisfare le aspettative del mondo: devi solo camminare nel tuo percorso, un passo alla volta, con il cuore aperto.
Il confronto: un ostacolo nascosto
Un aspetto fondamentale di queste aspettative è il confronto [Il confronto è inutile!]. È naturale confrontarsi con altri genitori o con ciò che vediamo sui social media, ma per noi genitori di bambini con trisomia 21, quel confronto può diventare una trappola.
Ad esempio, potresti pensare:
"Perché mio figlio non raggiunge certi traguardi che altri bambini della sua età hanno già raggiunto?"
"Sto facendo abbastanza per stimolarlo? Per sostenerlo?"
Ricorda, ogni bambino è unico, così come ogni genitore. Il confronto spesso ci fa perdere di vista il vero obiettivo: essere presenti per nostro figlio e celebrare i suoi progressi, grandi o piccoli che siano. Quando lasci andare il confronto, inizi a vedere tuo figlio per quello che è, non per come pensi che "dovrebbe essere".
Una storia: Marta e la paura del giudizio
Marta è una mamma che ho conosciuto qualche tempo fa alle terapie di mia figlia. Mi raccontò di quanto spesso si sentisse sotto pressione, sia dagli altri che da sé stessa. "Ho paura di non fare abbastanza per mio figlio", mi disse. "Sento di dover dimostrare al mondo che è speciale e che io sono una brava madre."
Ogni giorno si confrontava con le scelte degli altri genitori, con i consigli non richiesti, con le aspettative che la società mette addosso a chi cresce un bambino con trisomia 21. Voleva fare tutto bene, senza sbagliare, senza pause.
Le feci fare un esercizio che di solito facevo fare agli atleti di endurance; le chiesi di scrivere su un foglio tutte le aspettative che sentiva addosso. L’elenco era lungo:
"Devo essere sempre forte."
"Non posso mostrarmi stanca."
"Se mio figlio non raggiunge certi traguardi, è perché non faccio abbastanza."
"Gli altri devono vedere che mio figlio può farcela."
Quando rilesse ciò che aveva scritto, si rese conto che molte di queste aspettative non erano sue. Erano un accumulo di pressioni esterne e di confronti inutili.
Le dissi: "Scegline una e lasciala andare e altre."
Scelse questa: "Devo essere sempre forte."
Quel semplice esercizio gli insegnò a lasciare andare e per la prima volta, si concesse di dire: "Oggi sono stanca. E va bene così."
Non successe nulla di catastrofico. Il mondo non crollò. Anzi, iniziò a sentirsi più serena. Non aveva più bisogno di dimostrare nulla a nessuno, solo di essere presente per suo figlio senza l’ansia di dover dimostrare qualcosa.
Quel piccolo cambio di prospettiva ha fatto una differenza enorme. Meno confronto, meno pressione, più autenticità. E suo figlio? Lui aveva sempre avuto bisogno solo di una cosa: una mamma che fosse lì, senza la paura di non essere abbastanza.
Primo esercizio: Identifica le aspettative
Oggi ti invito a fare un piccolo passo verso la libertà dalle aspettative irrealistiche. Prenditi 10 minuti per fare questo esercizio:
Scrivi un elenco delle aspettative che senti su di te come genitore.
Es.: "Devo essere sempre forte", "Devo sapere esattamente cosa fare in ogni situazione", "Devo dimostrare agli altri che sono un buon genitore."
Osserva l’elenco e chiediti: "Quante di queste aspettative sono realistiche? Quante mi stanno aiutando davvero?"
Sottolinea quelle che senti essere un peso inutile.
Secondo esercizio: Trasforma un’aspettativa in opportunità
Dopo aver identificato una o due aspettative che senti irrealistiche, prova a riformularle in modo positivo. Ad esempio:
Aspettativa: "Devo sempre avere il controllo della situazione."
Nuova prospettiva: "Posso imparare a essere presente, anche quando non ho tutte le risposte."
Aspettativa: "Devo dimostrare agli altri che sono un genitore perfetto."
Nuova prospettiva: "Essere autentico con mio figlio è il miglior regalo che posso fare a entrambi."
Scrivi questa nuova prospettiva e leggila ogni giorno per la prossima settimana. Falla diventare parte del tuo pensiero quotidiano.
➔ Nel workbook troverai tutti gli esercizi di questa lezione
Sfida per il lettore
Ora voglio sfidarti: condividi con me una delle aspettative che hai identificato e come l’hai trasformata. Puoi farlo usando la chat della masterclass o scrivendo direttamente a me. È un modo per iniziare a liberarti da quel peso e per sentirti parte di un percorso di crescita insieme ad altri genitori come te.
Accenno motivante alla prossima email
La trasformazione che stai iniziando non si ferma qui. Nel prossimo passo, parleremo di come scoprire e far emergere il tuo potenziale unico come genitore. Sì, perché tutto ciò di cui tuo figlio ha bisogno è già dentro di te, e insieme esploreremo come farlo brillare.
Consiglio:
Lasciare andare le aspettative irrealistiche non è facile, ma è uno dei regali più grandi che puoi fare a te stesso e a tuo figlio. Ricorda, non si tratta di essere perfetti, ma di essere presenti, autentici e pronti a crescere insieme.
Libro:
**Ti seguirò fuori dall'acqua** di Dario Fani
Dario Fani racconta i primi mesi di vita con suo figlio Francesco, nato prematuro e con sindrome di Down. Attraverso un dialogo intenso, l'autore esplora le proprie aspettative e la trasformazione del rapporto padre-figlio.
Il link al libro è in affiliazione
A presto,
carlo