I pensieri automatici che influenzano il tuo modo di essere genitore
...senza che tu te ne accorga!
Benvenuto o benvenuta in naturale abilità!
In questo spazio troverai riflessioni e strumenti di coaching pensati per genitori di bambini con Trisomia 21.
Vuoi iniziare a scoprire il tuo potenziale come genitore? Scrivimi in privato se hai delle domande sarò lieto di risponderti personalmente!
Ti hanno inoltrato questa mail? Iscriviti gratis qui!
Negli ultimi 2 articoli abbiamo aperto uno spazio di riflessione importante sul nostro modo di essere genitori. Abbiamo iniziato parlando del rischio più sottile: quello di un’accettazione passiva, che può sembrare amorevole ma in realtà ci porta a rinunciare al nostro ruolo di guida attiva e creativa. Poi abbiamo proseguito con un’altra domanda fondamentale: prestazione o presenza? Un interrogativo che ci ha permesso di osservare come, nel desiderio di aiutare nostro figlio a progredire, rischiamo a volte di perdere il contatto con chi è davvero. Oggi andiamo ancora più a fondo. Perché spesso, prima ancora delle nostre scelte educative o emotive, ci sono pensieri automatici che guidano i nostri gesti quotidiani senza che ce ne rendiamo conto. Sono i bias cognitivi: piccoli meccanismi mentali che influenzano il nostro modo di guardare la realtà, reagire, decidere. Diventare consapevoli di questi pensieri invisibili è il passo successivo, necessario, per continuare a costruire una genitorialità più lucida, più libera, più amorevole.
Cosa sono i bias cognitivi?
I bias cognitivi sono scorciatoie mentali automatiche.
Il nostro cervello le utilizza per interpretare la realtà in modo rapido, ma spesso semplificato e distorto. Quando sei genitore di un bambino con disabilità, questi meccanismi si attivano con ancora più forza: la paura, la pressione sociale, il senso di responsabilità e il desiderio di “fare tutto il possibile” amplificano la presenza di questi automatismi. Conoscerli è uno strumento potentissimo per uscire dalla reazione automatica ed entrare in una relazione consapevole.
I bias cognitivi più comuni nei genitori di bambini con disabilità
Ecco un approfondimento concreto per ciascun bias. Ti invito a leggere con calma, riflettendo su quale di questi ti accompagna più spesso.
1. Bias del confronto costante
“Gli altri bambini fanno già questo, il mio no.”
Questo bias porta a confrontare continuamente tuo figlio con i coetanei, dimenticando che ogni bambino – e soprattutto ogni bambino con disabilità come la T21 – ha tempi di sviluppo unici e non comparabili. Il confronto avviene spesso in modo automatico: con i figli degli amici, nei gruppi social, a scuola. Il risultato? Senso di inadeguatezza, frustrazione, sfiducia nel percorso che tuo figlio sta facendo. Questo bias ti allontana dalla gioia dei piccoli progressi quotidiani, perché ti fa guardare sempre a ciò che manca.
➔ Domanda utile: Cosa succede nella relazione con mio figlio quando lo confronto con altri? E cosa succede quando guardo solo a lui, al suo ritmo, ai suoi passi?
2. Bias catastrofico
“Se adesso non riesce a fare questo, non riuscirà mai a essere autonomo.”
Un comportamento difficile o un piccolo rallentamento può essere percepito come un segnale drammatico: il cervello proietta subito scenari futuri gravi o irreversibili. Questo bias alimenta ansia e paralizza la fiducia, impedendoti di restare nel presente e affrontare le situazioni per quello che sono, non per quello che immagini.
➔ Domanda utile: Sto reagendo a ciò che accade ora… o a un’idea che mi sono costruito su cosa accadrà domani?
3. Bias della colpa genitoriale
“Se non migliora, è colpa mia. Se fosse con un altro genitore, sarebbe diverso.”
Molti genitori sviluppano un automatismo mentale colpevolizzante, dove ogni ostacolo viene interiorizzato come un proprio fallimento. Questo bias si nutre di insicurezze, perfezionismo e senso del dovere. Ma ha un effetto tossico: logora l’autostima del genitore, abbassa l’energia vitale e rende ancora più difficile mantenere una relazione serena con il proprio figlio.
➔ Domanda utile: Sto cercando di essere un genitore perfetto… o un genitore presente e umano, che fa del suo meglio?
4. Bias dell’ipercontrollo
“Se non organizzo ogni dettaglio, tutto andrà fuori controllo.”
Questo bias si attiva soprattutto quando si vive in un contesto di incertezza e diagnosi. Per compensare la paura, il genitore cerca sicurezza nel controllo totale, diventando ipervigile, programmando ogni attività, anticipando ogni rischio. Il problema è che questo atteggiamento soffoca la spontaneità, limita l’autonomia del bambino e crea una tensione continua anche nei gesti più semplici.
➔ Domanda utile: In cosa posso fidarmi un po’ di più del mio bambino? Dove posso allentare il controllo senza perdere presenza?
5. Bias dell’urgenza del risultato
“Sono due settimane che facciamo logopedia, ma non cambia nulla.”
Viviamo immersi in una cultura del “tutto e subito”, che ci influenza molto più di quanto ci rendiamo conto. Questo bias ci spinge a cercare progressi rapidi e misurabili, dimenticando che ogni percorso è fatto di tappe silenziose, di piccoli adattamenti, di tempi diversi per ogni bambino. La fretta di “vedere risultati” spesso genera frustrazione e scoraggiamento, ma soprattutto ci impedisce di accorgerci di ciò che sta già accadendo, anche se non è ancora visibile con gli occhi.
➔ Domanda utile: Cosa sta cambiando in questo momento, anche se non è ancora un risultato?
6. Bias del giudizio esterno
“Cosa penseranno gli altri se fa così in pubblico?”
Questo bias è molto sottile, ma molto presente. Anche inconsciamente, il timore del giudizio degli altri può portare a modificare il comportamento educativo, a trattenere tuo figlio, a sovra-reagire per dimostrare che “sei un bravo genitore”. Il problema è che, per piacere agli altri o evitare di essere guardati, rischi di snaturare il legame con tuo figlio e di caricarlo di un messaggio implicito: “Devi comportarti bene perché altrimenti facciamo brutta figura”.
➔ Domanda utile: A chi sto rispondendo, in questo momento? Al mio bambino… o allo sguardo degli altri?
Cosa puoi fare da subito (esercizio della settimana! 😉)
Non si tratta di combattere i tuoi pensieri. Non serve “scacciarli” o fare finta che non esistano. Il vero cambiamento inizia quando impari a riconoscerli, osservarli e scegliere consapevolmente se seguirli o no. Lo so che penserai: faciel a dirsi ma immersi nelle giornate frenitiche che abbiamo, tra terapie, lavoro, fratelli, casa… sembra impossibile trovare spazio anche per questo. Ma ti chiedo una cosa semplice, concreta, ma davvero importante e potente: prendi il tuo quaderno. E scrivi.
Scrivi davvero. Non solo nella testa.
Perché quando scrivi nero su bianco, qualcosa si sblocca dentro. Il pensiero smette di girare in tondo nella mente, prende forma, si distacca da te. Diventa osservabile. Trasformabile.
Tre semplici passi:
1. Riconosci il pensiero automatico.
Quando arriva quella frase dentro di te – “Non ce la facciamo”, “È colpa mia”, “Dovrebbe essere più avanti” – non ignorarla.
Prendila, scrivila. Dagli un nome. Guardala dritta nell’occhi.
Questo gesto ti fa già uscire dalla trappola del pensiero invisibile.
2. Mettilo in discussione.
Non dare per scontato che sia vero.
Chiediti: “Questo pensiero mi aiuta o mi fa male?” “È un fatto reale o è un’interpretazione carica di paura, confronto o senso di colpa?”
Scrivilo. Parlagli. Ascoltati mentre lo metti in dubbio.
3. Riscrivilo con gentilezza.
Prova a riformularlo con parole più vere, più morbide, più rispettose della realtà che vivi ogni giorno.
Da “Siamo indietro” a “Stiamo facendo il nostro percorso”.
Da “Non migliora” a “Sta imparando, a modo suo, con i suoi tempi”.
Scrivilo sul quaderno. Lascialo lì.
Quel pensiero nuovo è un seme. Tornerà a fiorire quando ne avrai più bisogno.
Se vuoi fare qualcosa di piccolo ma profondo inizia da questo: scrivi ogni sera un pensiero automatico che ti ha appesantito, e trascrivilo in una forma più leggera, più gentile.
•••
Se ti sei riconosciuto anche solo in uno di questi pensieri automatici, ho preparato per te un piccolo strumento pratico: un’esplorazione guidata semplice che ti aiuterà a capire quali bias cognitivi influenzano di più il tuo modo di essere genitore, e da dove puoi iniziare a trasformarli.
Ricordati che quello che farai è un gesto di consapevolezza, non di giudizio. Ti guiderà passo dopo passo, e alla fine troverai una riflessione personalizzata e un’azione concreta da portare nella tua quotidianità.
➔ PERCORSO DI ESPLORAZIONE GUIDATA PER CAPIRE I TUOI BIAS COGNITIVI
•••
Libro
Il libro che ti propongo oggi è: Pronto? Sono la Disabilità: Come aiutare i genitori ad affrontare le difficoltà dei figli di Sabrina Gelio e Massimo Scappi
Perché è rilevante: È un libro che affronta in modo diretto e narrativo i bias cognitivi dei genitori di figli con disabilità, mostrando come le emozioni (come negazione, senso di colpa, vergogna) e gli automatismi mentali influenzino il vissuto genitoriale e la relazione affettiva. Attraverso esempi pratici tratti dalla reale esperienza degli autori, il testo offre una prospettiva psicologica profonda ma espressa con linguaggio accessibile, aiutando a riconoscere e superare gli schemi mentali dannosi per ritrovare accettazione, amore e equilibrio nella relazione col figlio
Un breve riassunto co i punti salienti del libro lo trovi ➔ QUI
➤ I link ai libri di questa newsletter sono affiliati ad Amazon. Se compri su Amazon passando dai questi link puoi sostenere il mio lavoro con una piccola percentuale del tuo acquisto senza costi aggiuntivi.
Buona lettura e se hai qualche domanda o commento non esitare a scrivermi!
carlo
•••
Se vuoi farmi sapere cosa ne pensi, oppure hai domande, suggerimenti sui prossimi temi da affrontare, consigli o semplicemente un commento da condividere, scrivimi pure. Puoi rispondere direttamente a questa e-mail.
Entriamo in contatto
Desideri approfondire come supportare al meglio tuo figlio con trisomia 21? scopri di più su naturale abilità® ➔ roots4life Gruppo Facebook
Per coaching, mentoring, consulenze, corsi di formazione e interventi dedicati ai genitori di bambini con trisomia 21, contattami direttamente via email all'indirizzo: carlo.ghiglietti@gmail.com oppure su Whatsapp
Se vuoi approfondire prezzi e i percorsi su GUMROAD segui questo link: naturale abilità®
Se sei interessato a candidarti per una sessione esplorativa gratuita 1:1 clicca qui: PRENOTAZIONE
•••
➤ Entra nella community Facebook di roots4life • Instagram ➤