Leggi il corpo, non solo le parole!

Come comprendere davvero tuo figlio con trisomia 21

Benvenuta o benvenuto in naturale abilità!

In questo spazio troverai riflessioni e strumenti di coaching pensati per genitori di bambini con Trisomia 21.

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Prima di iniziare a leggere, sintonizzati con il tuo ritmo: fai un respiro. Porta l’attenzione al tuo corpo e rilascia ogni tensione. Respira lentamente nella zona del cuore per 60 secondi, concentrandoti su una sensazione di calma. Rimani connesso al tuo corpo mentre leggi. Clicca qui per scoprire perché ti suggerisco questo.

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Quando Iza era piccola l’ho tenuta spesso in braccio. Era il mio modo di proteggerla. Anche durante le meditazioni la tenevo in grembo, e lei sembrava percepire ogni vibrazione del mio corpo. Come se ascoltasse il battito del mio cuore. A volte mi guardava a lungo, in silenzio. La sentivo rilassata. Connessa. Più tardi, durante il corso di medicina bio-somatica che ho frequentato, ho capito una cosa fondamentale: bisogna osservare il corpo. Sembra semplice, eppure nella quotidianità trattiamo il corpo come un mezzo per “fare cose”: lavorare, allenarci, occuparci degli altri. Ma quasi mai lo consideriamo per quello che è davvero: un canale vivo, costante e profondo di comunicazione ed emozione. E se questo vale per noi adulti, vale ancora di più per i nostri figli. Soprattutto per i bambini con trisomia 21, che spesso non riescono ancora a esprimere tutto a parole, ma parlano con il corpo in ogni momento. Con questo articolo voglio invitarvi a fare un passo diverso. Non vi parlerò di terapie, né tantomeno di obiettivi. Vi inviterò ad ascoltare. Ad ascoltare davvero. A leggere il corpo di vostro figlio come fosse un libro aperto, pieno di messaggi nascosti, preziosi, urgenti.

Dell’importanza dell sguardo e del non verbale ne ho già parlato qui ⤵️

Quando lo sguardo parla al posto delle parole

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Quando nostro figlio ci guarda di sfuggita, batte i piedi per terra o esplora silenziosamente gli oggetti intorno a sé, sta già comunicando con noi. Spesso siamo così concentrati sulle parole che dimentichiamo che il corpo è un potente strumento espressivo, soprattutto per i bambini come i nostri, che possono trovare nella comunicazione non verbale la loro modalità primaria di interazione.

Perché il corpo comunica più delle parole

Il corpo spesso esprime emozioni, bisogni e stati d’animo profondi che nostro figlio non è ancora in grado di verbalizzare, a causa delle difficoltà linguistiche tipiche della della sua condizione. Studi internazionali, come quelli di Mundy e colleghi (1988; 1995), dimostrano che i bambini con trisomia 21 sviluppano precocemente abilità comunicative non verbali come il contatto visivo, i gesti e le posture corporee, che sono essenziali nella costruzione delle prime forme di relazione e interazione con il mondo esterno. Questi gesti e segnali corporei non sono semplicemente una fase transitoria verso l’acquisizione della parola, ma veri e propri strumenti comunicativi che arricchiscono e integrano il linguaggio verbale nel lungo periodo. Il corpo diventa così un mezzo naturale e diretto attraverso cui ogni bambino esplora, interagisce e si rapporta con il proprio ambiente, rendendo visibile ciò che non riesce ancora ad esprimere con le parole. Riconoscere e interpretare correttamente questi segnali corporei ci permette di entrare in sintonia più profonda con i propri figli, comprendere meglio le loro esigenze e rispondere efficacemente ai loro bisogni emotivi e cognitivi, facilitando un processo di crescita equilibrato e armonioso.

Segnali corporei importanti

Imparare a riconoscere segnali come lo sguardo sfuggente, l’irrigidimento muscolare, gesti ripetitivi, posture chiuse, avvicinamenti o allontanamenti improvvisi, o cambi di ritmo come iperattività e improvvisa calma apparente, ti permette di cogliere meglio eventuali focalizzazioni o regressioni (tratterò di questo argomento in uno dei prossimi numeri di naab) cognitive del nostro bambino. Leggere questi segnali fa davvero la differenza.

Esempi pratici:

• Un bambino che evita lo sguardo quando si sente sovraccaricato emotivamente o sensorialmente.

• Un bambino che si avvicina in silenzio e cerca conforto con un contatto silenzioso.

• Un bambino che manifesta frustrazione battendo i piedi invece di parlare.

• Un bambino che esplora intensamente oggetti, ambienti o imita modi di fare di genitori, fratelli o sorelle.

• Un bambino che dondola dolcemente quando ha bisogno di calmarsi o di autoregolarsi emotivamente.

• Un bambino che nasconde il viso o distoglie il corpo quando si sente a disagio o intimidito.

• Un bambino che tende le mani verso un oggetto o una persona come richiesta implicita di attenzione o desiderio di interazione.

• Un bambino che stringe forte un oggetto familiare quando prova ansia o insicurezza.

• Un bambino che reagisce fisicamente con sorrisi ampi e movimenti entusiasti quando si sente felice o stimolato positivamente.

Verso un nuovo ascolto

Il metodo della Consapevolezza Corporea Genitoriale (CCG). Negli ultimi decenni, numerosi studi scientifici hanno messo in luce quanto il corpo rappresenti un canale comunicativo fondamentale nei bambini con trisomia 21, spesso ancor più della parola. Le ricerche di Mundy e colleghi (1988; 1995) hanno evidenziato che i gesti, il contatto visivo, le posture e le intenzioni motorie anticipano e accompagnano lo sviluppo del linguaggio verbale, e costituiscono una base solida per la costruzione della relazione genitore-bambino.